Glaucoma: Cause, Sintomi, Cura e Prevenzione
Il dottor Severino è un chirurgo refrattivo e un artigiano dell’occhio con oltre 75mila interventi.

Comprendere il Glaucoma: Cause, Sintomi, Trattamenti e Prevenzione

Il glaucoma oculare è una malattia che colpisce il nervo ottico. Se non trattata, può portare alla perdita irreversibile della vista. Tuttavia, a seconda della tipologia di glaucoma e della precocità della diagnosi, oggi nella maggior parte dei casi è possibile mantenere la vista grazie a cure farmacologiche o interventi chirurgici.

Vediamo ora più nel dettaglio in che cosa consiste il glaucoma, quali sono le sue cause, le tipologie principali associate ai sintomi, e come è possibile prevenire e curare questa malattia dell’occhio.

Cos’è il glaucoma oculare?

Il glaucoma è una patologia progressiva e degenerativa. Più precisamente, colpisce il nervo ottico e lo danneggia rischiando di far perdere la vista al paziente. Di norma, la conseguenza di un glaucoma non trattato è la perdita della visione periferica laterale. Tuttavia, anche le aree centrali della vista possono esserne danneggiate, fino ad arrivare a una cecità irreversibile.

Le cause del glaucoma: fattori genetici e ambientali

Di solito il glaucoma è causato da un aumento della pressione intraoculare (IOP). Per mantenere tutta la sua tonicità, l’occhio produce e riassorbe acqua a ciclo continuo attraverso il trabecolato: un tessuto poroso che confluisce nel canale di deflusso (canale di Schlemm). Se il deflusso costante di questo “umor acqueo” in qualche modo si inceppa, i liquidi si accumulano alzando la pressione all’interno dell’occhio.

Questo aumento della pressione è uno dei fattori di rischio più noti per il glaucoma, e una delle cause più acclarate, ma non è l’unica. Vi sono infatti pazienti che sviluppano un glaucoma anche con una pressione intraoculare normale, ma anche pazienti con una IOP elevata che non sviluppano mai un glaucoma.

Esistono pertanto più fattori di rischio associati a questa patologia, alcuni di matrice genetica e altri di matrice ambientale. Tra questi:

  • Pressione intraoculare elevata (come già visto)
  • Appartenenza a etnia a maggiore rischio di glaucoma (es. afroamericana, ispanica)
  • Familiari che hanno sviluppato la malattia
  • Età superiore a 60 anni
  • Elevata miopia o ipermetropia
  • Traumi all’occhio
  • Assunzione prolungata di farmaci topici come colliri al cortisone
  • Spessore della cornea inferiore a 500 micron
  • Interventi pregressi di chirurgia oculare
  • Presenza di problemi oculari come cataratta o trombosi retinica
  • Presenza di altre patologie non direttamente collegate agli occhi come diabete, ipertensione arteriosa o malattie cardiache

I diversi tipi di glaucoma: sintomi e conseguenze

Il glaucoma può essere cronico o acuto. Generalmente, le due tipologie principali sono il glaucoma ad angolo aperto e il glaucoma ad angolo chiuso, ciascuna con i propri segni e sintomi. Esistono tuttavia alcune varianti che possono essere collegate ad altre patologie presenti o a una condizione congenita della malattia.

Glaucoma ad angolo aperto

Il glaucoma ad angolo aperto è la forma più comune di questa malattia e riguarda circa l’80% delle diagnosi. Purtroppo non vi sono sintomi premonitori, tanto che questo tipo di glaucoma è soprannominato il “silenzioso ladro della vista”.

I segni del glaucoma ad angolo aperto iniziano infatti a manifestarsi quando il nervo ottico è già danneggiato. Questi riguardano soprattutto la riduzione della visione periferica, che si traduce in:

  • Scarsa visione sui lati, verso l’alto e verso il basso
  • Difficoltà in alcune azioni come leggere, guidare o scendere le scale.
  • Tendenza a urtare contro gli oggetti
  • Progressivo restringimento del campo visivo (la visione a tunnel è tipica del glaucoma avanzato)

Il glaucoma oculare ad angolo aperto è cronico, e progredisce nell’arco di anni. Il drenaggio dei liquidi nell’occhio si ostruisce lentamente, da qui l’assenza di sintomi per diverso tempo. Svolgere periodiche visite oculistiche diventa quindi indispensabile per una corretta prevenzione, soprattutto dopo i 60 anni, o a partire dai 40, se vi sono altri fattori di rischio.

Una volta diagnosticato il glaucoma ad angolo aperto, occorre intraprendere un trattamento a lungo termine per gestire al meglio la malattia e preservare la vista.

Glaucoma ad angolo chiuso

Il glaucoma oculare ad angolo chiuso è invece una forma meno comune della malattia. Può essere a sua volta cronico, quindi non dare sintomi iniziali, ma più spesso si manifesta in forma acuta.

In questo caso, il drenaggio dell’umor acqueo nell’occhio si blocca all’improvviso facendo aumentare velocemente la pressione. Tra i sintomi del glaucoma acuto ad angolo chiuso possono esserci:

  • Visione offuscata
  • Aloni intorno alle luci forti
  • Intenso dolore agli occhi
  • Emicrania
  • Nausea o vomito
  • Improvvisa perdita della vista da uno o entrambi gli occhi

In presenza di questi segni è necessario recarsi subito al pronto soccorso per un’accurata valutazione oculistica. Il glaucoma acuto è infatti da considerare come un’emergenza medica che richiede cure tempestive.

Glaucoma a pressione intraoculare normale

Il glaucoma a pressione intraoculare normale è quel tipo di glaucoma che si sviluppa anche senza l’aumento della IOL. In questo caso, il nervo ottico si danneggia lentamente a causa della progressiva degenerazione delle cellule nervose o di una minore irrorazione sanguigna.

Glaucoma secondario

Il glaucoma oculare secondario è collegato nuovamente all’alterazione della pressione dell’occhio. In questo caso, però, sono alcune malattie già presenti a non fare defluire correttamente i liquidi nell’occhio. Il glaucoma diventa quindi un effetto secondario di tali patologie, tra cui figurano:

  • Diabete
  • Cataratta
  • Trombosi retiniche
  • Tumori
  • Stati infiammatori

Anche l’assunzione prolungata di alcuni farmaci può avere come effetto secondario l’alterazione della IOP e lo sviluppo del glaucoma.

Glaucoma congenito

Infine, si parla di glaucoma congenito quando il sistema di drenaggio oculare è compromesso dalla nascita. In questo caso, il bambino può manifestare fotofobia (fastidio alla luce) e copiosa lacrimazione fin da molto piccolo.

Tra gli ulteriori sintomi di questa forma di glaucoma, vi è anche l’aumento delle dimensioni dell’occhio a causa della pressione oculare elevata, e l’opacizzazione della cornea. Il glaucoma congenito è comunque una forma molto rara della malattia.

Prevenzione del glaucoma

La prevenzione del glaucoma, come per molte altre malattie, passa prima di tutto da uno stile di vita sano. Prima di tutto, praticare regolare attività fisica aiuta a tenere sotto controllo la pressione, inclusa quella oculare.

Allo stesso modo, occorre alimentarsi in modo corretto e mantenere il peso forma. Tra le abitudini da evitare, vi sono tutte quelle che contribuiscono ad alzare la pressione, come il fumo e il consumo di bevande contenenti caffeina.

Considerando che tra le cause del glaucoma vi possono essere anche traumi oculari, è bene proteggere gli occhi da eventuali lesioni. Per esempio, se si svolgono lavori con attrezzi potenzialmente pericolosi o si praticano sport particolari, occorre indossare appositi occhiali o altri dispositivi di protezione.

Infine, recarsi almeno una volta all’anno dall’oculista aiuta a intercettare le forme più silenti di glaucoma, come il glaucoma cronico, prima che arrivino i sintomi che confermano la presenza di un danno al nervo ottico.

Cure per il glaucoma

Fortunatamente oggi esistono cure per il glaucoma che permettono di gestire al meglio la malattia, se intercettata non troppo tardi. In caso di diagnosi di glaucoma oculare, occorre quindi attenersi scrupolosamente alle indicazioni dell’oculista per contrastare la malattia e preservare la vista. I trattamenti a disposizione sono sia farmacologici sia chirurgici, a seconda dei casi.

Trattamenti farmacologici

Le cure attraverso i farmaci sono utili soprattutto nelle fasi iniziali del glaucoma cronico, come il glaucoma ad angolo aperto. Di solito l’oculista prescrive dei colliri ipotonizzanti per ridurre la pressione intraoculare. Si tratta di terapie a lungo termine, da svolgere con regolarità e spesso per tutta la vita.

Se l’applicazione di collirio non è sufficiente, la terapia per trattare il glaucoma può prevedere l’aggiunta di altri farmaci. A seconda dei casi, possono essere prescritti anche beta-bloccanti, miotici, o analoghi delle prostaglandine.

Interventi chirurgici

Tra le cure del glaucoma vi sono anche alcune tipologie di interventi chirurgici, qualora la terapia farmacologica non bastasse. Le operazioni a cui si ricorre più di frequente sono la trabeculectomia, la chirurgia microinvasiva del glaucoma (MIGS) e l’impianto di valvole (shunt).

La trabeculectomia aiuta a ridurre la pressione intraoculare. Durante l’intervento, il chirurgo crea una piccola apertura nella sclera (la parte bianca dell’occhio) per permettere al liquido intraoculare in eccesso di defluire, creando una sorta di “valvola” naturale.

La chirurgia microinvasiva del glaucoma (MIGS) comprende invece una serie di procedure meno invasive rispetto alla trabeculectomia tradizionale. Questi interventi utilizzano dispositivi miniaturizzati per migliorare il deflusso del liquido intraoculare, con un rischio minore di complicazioni. Esempi comuni di MIGS includono l’impianto di stent o l’utilizzo di dispositivi laser.

L’impianto di shunt è un’ulteriore tecnica per curare il glaucoma resistente ad altri trattamenti. Durante questo intervento, un piccolo tubo flessibile viene inserito nell’occhio per aiutare il drenaggio del liquido intraoculare verso un serbatoio esterno, solitamente posizionato sotto la congiuntiva (la membrana che copre la parte bianca dell’occhio). Questo riduce la pressione oculare in modo controllato.

Ogni tipo di intervento viene scelto in base alla gravità del glaucoma e alla risposta del paziente ad altri trattamenti, considerando anche i potenziali rischi e benefici.

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Il Dott. Severino

Il dr. Dario Severino è un chirurgo refrattivo con più di 25mila interventi con tecniche PRK e Lasik eseguiti e più di 50mila pazienti operati per diverse patologie oculistiche, è inoltre docente di neuroftalmologia all’Università di Pisa.

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