Lo sfregamento cronico degli occhi causa il cheratocono, secondo la scienza
Lo sfregamento degli occhi è un gesto comune, eppure può nascondere insidie e provocare problemi di salute oculare, come il cheratocono. Durante la giornata, molte situazioni possono portarci a sfregare gli occhi con le mani. Sonno, stanchezza, lacrimazione, troppo tempo passato al computer, polvere che entra nell’occhio, prurito, oppure una gestualità inconscia: i motivi sono davvero tanti.
Occorre tuttavia prestare attenzione perché l’occhio è una delle parti del corpo più delicate. Portare agli occhi le mani non proprio pulite, per esempio, può dare origine a irritazioni o essere un vettore per le infezioni virali o batteriche. I problemi maggiori, però, arrivano quando lo sfregamento degli occhi diventa cronico.
La cronicità dello sfregamento degli occhi è innescata principalmente dall’atopia (ovvero l’ipersensibilità ad alcuni allergeni, come ad esempio i pollini) dall’inquinamento dell’aria e dalla prolungata esposizione agli schermi. Talvolta, però, può essere un comportamento legato a doppio filo con una patologia nota come cheratocono. Vediamo meglio come e perché.
Il legame tra sfregamento occhi e cheratocono
Nelle persone con predisposizione genetica al cheratocono, lo sfregamento cronico degli occhi può diventare una causa meccanica all’apparizione di questa patologia, oppure può accelerare il peggioramento della malattia già in corso.
Il cheratocono è una patologia che deforma e assottiglia progressivamente la cornea facendo assumere all’occhio una forma sporgente a cono. Normalmente si manifesta nell’adolescenza, o comunque entro i trent’anni, e può presentarsi in diversi stadi. Ad oggi non esiste una cura definitiva per risolvere il problema. Vi sono però un insieme di cure e procedimenti di microchirurgia laser capaci di stabilizzare la condizione e migliorare la qualità di visione del paziente.
Fino a pochi anni fa, il cheratocono era ampiamente accettato come una malattia di origine sconosciuta. Tuttavia, vi è un’importante componente genetica di cui tenere conto. Inoltre, la ricerca potrebbe aver trovato un’ulteriore soluzione a questo dilemma, così semplice da sembrare una provocazione: il cheratocono si sviluppa in presenza di sfregamento cronico degli occhi. È una teoria di cui si è parlato per la prima volta nel 2002, e che ha lasciato scettica la comunità scientifica. Ma dopo anni di studi, lo scetticismo è diminuito.
Secondo l’ultimo studio sul tema, pubblicato nel 2016 dal Dottor Damien Gatinel, lo sfregamento dell’occhio è una conditio sine qua non per il cheratocono. La letteratura medica non deve quindi parlare più di “fattore di rischio”, ma di vera e propria causa diretta di questa sindrome, in soggetti geneticamente predisposti.
Cosa succede con lo sfregamento cronico degli occhi
Nei soggetti predisposti, i microtraumi prodotti dallo sfregamento cronico e incessante degli occhi causa la deformazione progressiva della cornea. La perdita di resistenza biomeccanica da parte delle fibre di collagene che formano la cornea porta infatti alla sua conseguente deformazione.
Questo meccanismo spiegherebbe anche come mai la patologia si sviluppa di più in un occhio piuttosto che in un altro (è raro che un paziente si gratti entrambi gli occhi con lo stesso ritmo), e la natura focale del cheratocono.
Altri fattori meccanici come la chirurgia refrattiva corneale o la compressione notturna prolungata della cornea possono accelerare la deformazione. Il cheratocono quindi diventa una malattia meccanica primaria: non può verificarsi, cioè, senza una ripetuta lesione.
Sfregamento occhi e sintomi iniziali del cheratocono
Normalmente il cheratocono non è una patologia dolorosa, ma provoca una serie di difetti refrattivi. In presenza di uno sfregamento cronico degli occhi, occorre quindi prestare attenzione a come si vede, con o senza occhiali o lenti.
Ѐ bene consultare un oculista se coesistono problemi di visione come:
- un astigmatismo difficile da correggere con lenti normali
- miopia
- visione doppia o aloni intorno alle luci
- distorsione delle immagini
- abbagliamenti
Solo con una visita approfondita e alcuni esami diagnostici come la topografia corneale con camera di Scheimpflug, l’aberrometria o la pachimetria è possibile diagnosticare con esattezza il cheratocono e lo stadio in cui si presenta.